Il disegno di legge in discussione in questi giorni in parlamento, collegato alla Legge di Stabilità, si propone di incentivare forme di lavoro flessibile – nei tempi e nei luoghi di svolgimento – con l’obiettivo di rendere più facile per il lavoratore la conciliazione della vita privata e familiare con i tempi di lavoro.

In sostanza viene incentivato l’utilizzo di forme di lavoro agile che, da un lato, consentano di incrementare la produttività e dall’altro, permettano una migliore gestione del tempo libero da parte del lavoratore.

Il lavoro agile consiste, infatti, in una prestazione di lavoro subordinato svolta con particolari modalità organizzative e caratterizzata da tre fattori:

  • ridotta presenza del dipendente all’interno dei locali aziendali
  • utilizzo di strumentazione tecnologica (es. pc) per lo svolgimento dell’attività lavorativa extra aziendale (messa a disposizione del datore di lavoro o di proprietà del lavoratore)
  • assenza di postazione fissa nei periodi di lavoro svolti al di fuori dei locali aziendali.

La modalità di lavoro agile o smart working potrà esser adottata per qualsiasi tipologia di rapporto di lavoro subordinato, su base volontaristica, ossia mediante un accordo scritto stipulato tra le parti. L’accordo potrà essere a tempo determinato o indeterminato e dovrà contenere una specifica indicazione delle modalità di svolgimento della prestazione fuori dei locali aziendali, anche con riferimento alla strumentazione utilizzata dal dipendente, oltre ad individuare le fasce orarie di rispetto dei tempi di riposo del lavoratore.

E’ previsto, inoltre, che sia il datore di lavoro, sia il lavoratore, possano recedere dal contratto (di attuazione del lavoro agile) nel termine di preavviso stabilito dalle parti stesse all’interno dell’accordo o, in ogni caso, con un preavviso non inferiore a 30 giorni.

La normativa stabilisce, infine, il diritto del lavoratore “agile” di godere dei medesimi trattamenti economici e normativi previsti dalla contrattazione collettiva per i lavoratori che rendono la propria prestazione esclusivamente all’interno dei locali aziendali.

Non resta a questo punto che attendere l’approvazione definitiva del testo e verificare se il mercato italiano sarà pronto ad affrontare la sfida; una sfida già vinta in molti paesi stranieri e che, in molti settori, potrebbe garantire una migliore conciliazione delle esigenze familiari con quelle lavorative, oltre a determinare una sensibile riduzione dei costi e dei tempi di spostamento per i lavoratori, favorendo una nuova e più efficiente modalità di svolgimento del prestazione lavorativa.