La recente modifica introdotta dalla legge il tema di mansioni del lavoratore, amplifica il potere delle aziende di modificare le mansioni del dipendente nel corso del rapporto di lavoro.
Le esigenze aziendali possono ora giustificare l’assegnazione al dipendente di mansioni anche molto diverse da quelle svolte, purché riconducibili allo stesso livello di inquadramento.
Scompare, inoltre, il riferimento al concetto di “equivalenza” tra le mansioni che possono essere assegnate e quelle da ultimo svolte dal lavoratore, principio che negli anni ha permesso ai giudici di valorizzare la professionalità acquisita nel tempo dal lavoratore.
Infine, viene prevista la possibilità del datore di lavoro, in alcune specifiche circostanze, di attribuire al lavoratore mansioni relative ad un livello inferiore, garantendo tuttavia il mantenimento della retribuzione mensile.
In sostanza, questa nuova disciplina concede maggiori margini di manovra ai datori di lavoro nella individuazione delle mansioni cui adibire i lavoratori.
